Le tecniche chirurgiche per la rinoplastica secondaria
La rinoplastica secondaria può essere eseguita con tecnica chiusa o aperta: la scelta della procedura viene fatta sulla base dell'entità delle deformità nasali
La chirurgia della punta del naso richiede estrema precisione ed è quindi necessaria visuale ampia e completa del campo: per questo motivo è frequente l’utilizzo della tecnica aperta (rinoplastica open) specie in caso di rinoplastica secondaria. La foto 1 è relativa ad un intervento di rinoplastica secondaria, affrontata con la tecnica open.
La paziente si era sottoposta molti anni fa ad una rinoplastica mediante tecnica chiusa: nell’immagine si può notare l’asimmetria in termini di posizione delle cartilagini alari (quelle cioè che formano lo scheletro della punta) ed è evidente l’entità delle modifiche eseguite nel corso della prima rinoplastica.
In questo caso è stato preferibile esporre la punta utilizzando la tecnica open, questo ha consentito una ricostruzione più agevole della simmetria nasale e ha portato la punta riguadagnare la corretta posizione.
Nella foto 2, scattata quasi al termine dell’intervento, si può notare la simmetria ottenuta grazie alla tecnica delle suture.
In sintesi per la rinoplastica secondaria è meglio la rinoplastica aperta o chiusa?
Personalmente considero l’approccio open più adatto ad affrontare le problematiche tipiche della rinoplastica secondaria: dopo anni d’esperienza pratica ho avuto modo di costatare che questa tecnica offre al chirurgo estetico diversi vantaggi rispetto alla procedura chiusa.
Nella pratica chirurgica riservo l’approccio chiuso solo ai casi in cui la deformità della punta nasale sia di minore entità.
Dr. Enrico Dondè | Rinoplastica e Chirurgia Estetica del Viso
Le tecniche chirurgiche per la rinoplastica secondaria
La rinoplastica secondaria può essere eseguita con tecnica chiusa o aperta: la scelta della procedura viene fatta sulla base dell'entità delle deformità nasali
La chirurgia della punta del naso richiede estrema precisione ed è quindi necessaria visuale ampia e completa del campo: per questo motivo è frequente l’utilizzo della tecnica aperta (rinoplastica open) specie in caso di rinoplastica secondaria.
La foto 1 è relativa ad un intervento di rinoplastica secondaria, affrontata con la tecnica open.
La paziente si era sottoposta molti anni fa ad una rinoplastica mediante tecnica chiusa: nell’immagine si può notare l’asimmetria in termini di posizione delle cartilagini alari (quelle cioè che formano lo scheletro della punta) ed è evidente l’entità delle modifiche eseguite nel corso della prima rinoplastica.
In questo caso è stato preferibile esporre la punta utilizzando la tecnica open, questo ha consentito una ricostruzione più agevole della simmetria nasale e ha portato la punta riguadagnare la corretta posizione.
Nella foto 2, scattata quasi al termine dell’intervento, si può notare la simmetria ottenuta grazie alla tecnica delle suture.
In sintesi per la rinoplastica secondaria è meglio la rinoplastica aperta o chiusa?
Personalmente considero l’approccio open più adatto ad affrontare le problematiche tipiche della rinoplastica secondaria: dopo anni d’esperienza pratica ho avuto modo di costatare che questa tecnica offre al chirurgo estetico diversi vantaggi rispetto alla procedura chiusa.
Nella pratica chirurgica riservo l’approccio chiuso solo ai casi in cui la deformità della punta nasale sia di minore entità.
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La foto 1 è relativa ad un intervento di rinoplastica secondaria, affrontata con la tecnica open.
La paziente si era sottoposta molti anni fa ad una rinoplastica mediante tecnica chiusa: nell’immagine si può notare l’asimmetria in termini di posizione delle cartilagini alari (quelle cioè che formano lo scheletro della punta) ed è evidente l’entità delle modifiche eseguite nel corso della prima rinoplastica.
In questo caso è stato preferibile esporre la punta utilizzando la tecnica open, questo ha consentito una ricostruzione più agevole della simmetria nasale e ha portato la punta riguadagnare la corretta posizione.
Nella foto 2, scattata quasi al termine dell’intervento, si può notare la simmetria ottenuta grazie alla tecnica delle suture.
In sintesi per la rinoplastica secondaria è meglio la rinoplastica aperta o chiusa?
Personalmente considero l’approccio open più adatto ad affrontare le problematiche tipiche della rinoplastica secondaria: dopo anni d’esperienza pratica ho avuto modo di costatare che questa tecnica offre al chirurgo estetico diversi vantaggi rispetto alla procedura chiusa.
Nella pratica chirurgica riservo l’approccio chiuso solo ai casi in cui la deformità della punta nasale sia di minore entità.
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