Approccio chirurgico denominato la TERZA VIA

Una tecnica operatoria intermedia tra la rinoplastica chiusa e la open

Approccio chirurgico denominato la TERZA VIA

Una tecnica operatoria intermedia tra la rinoplastica chiusa e la open

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Nelle foto intraoperatorie è visibile un ampio scollamento delle cartilagini alari, necessario per riposizionarle, data la notevole asimmetria, tipica del naso in esiti di labiopalatoschisi. Questo approccio chirurgico può essere scolasticamente denominato “chiuso” (cd rinoplastica chiusa) in quanto non vi è l’incisione columellare, ma in realtà è una situazione intermedia tra la rinoplastica chiusa e la open.

Si tratta di una “terza via” che, secondo me, unisce i vantaggi dei due classici approcci. La questione tra rinoplastica chiusa e aperta, i vantaggi e gli svantaggi, i tentativi di stilare linee guida sono questioni aperte da decenni.

L’unica vera risposta al quesito se è meglio chiusa o aperta è la preferenza personale di ciascun chirurgo.

Personalmente ritengo che la rinoplastica aperta abbia tempi di guarigione molto lunghi, necessiti di parecchi mesi per giungere al risultato definitivo, soprattutto a carico della punta.

Durante la rinoplastica open, a causa dell’ampio scollamento del rivestimento dei tessuti molli del naso, è più difficile valutare le modifiche apportate allo scheletro osteocartilagineo. Inoltre necessita di alcuni innesti di stabilizzazione, per vincere le forze deformanti del tessuto cicatriziale.

La rinoplastica chiusa permette una guarigione molto più rapida, un risultato estetico visibile già dopo poche settimane dall’intervento, un minore numero di innesti (spesso non necessari).

L’approccio mostrato nelle foto permette di unire i vantaggi della rinoplastica chiusa alla ampia esposizione delle cartilagini della punta, dove necessario una visuale più ampia.

Il concetto non è nuovo; era già stato reso popolare nei primi anni ’90 da Guerrerosantos (“Open Rhinoplasty without skin columella incision” . PRS 1990, 85 (9) : 55-90).

Dott. Enrico Dondè | Rinoplastica e Chirurgia Estetica del Viso

Nelle foto intraoperatorie è visibile un ampio scollamento delle cartilagini alari, necessario per riposizionarle, data la notevole asimmetria, tipica del naso in esiti di labiopalatoschisi. Questo approccio chirurgico può essere scolasticamente denominato “chiuso” (cd rinoplastica chiusa) in quanto non vi è l’incisione columellare, ma in realtà è una situazione intermedia tra la rinoplastica chiusa e la open.

Si tratta di una “terza via” che, secondo me, unisce i vantaggi dei due classici approcci. La questione tra rinoplastica chiusa e aperta, i vantaggi e gli svantaggi, i tentativi di stilare linee guida sono questioni aperte da decenni.

L’unica vera risposta al quesito se è meglio chiusa o aperta è la preferenza personale di ciascun chirurgo.

Personalmente ritengo che la rinoplastica aperta abbia tempi di guarigione molto lunghi, necessiti di parecchi mesi per giungere al risultato definitivo, soprattutto a carico della punta.

Durante la rinoplastica open, a causa dell’ampio scollamento del rivestimento dei tessuti molli del naso, è più difficile valutare le modifiche apportate allo scheletro osteocartilagineo. Inoltre necessita di alcuni innesti di stabilizzazione, per vincere le forze deformanti del tessuto cicatriziale.

La rinoplastica chiusa permette una guarigione molto più rapida, un risultato estetico visibile già dopo poche settimane dall’intervento, un minore numero di innesti (spesso non necessari).

L’approccio mostrato nelle foto permette di unire i vantaggi della rinoplastica chiusa alla ampia esposizione delle cartilagini della punta, dove necessario una visuale più ampia.

Il concetto non è nuovo; era già stato reso popolare nei primi anni ’90 da Guerrerosantos (“Open Rhinoplasty without skin columella incision” . PRS 1990, 85 (9) : 55-90).

Dott. Enrico Dondè | Rinoplastica e Chirurgia Estetica del Viso

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