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Possibili complicanze della rinoplastica: la retrazione alare

Una riduzione eccessiva della punta può portare a complicanze post operatorie

Parliamo di una delle frequenti complicanze della rinoplastica, evitabile seguendo i consigli del chirurgo.

A monte della complicanza (prima di dire di che cosa si tratti) c’è spesso una richiesta, che purtroppo viene assecondata, di avere una punta piccola.

La maggior parte delle rinoplastiche, quasi la totalità, vengono fatte per ridurre le dimensioni del naso. Moltissimi utenti, soprattutto donne, chiedono una riduzione eccessiva della punta che avviene attraverso la riduzione delle cartilagini alari.

La problematica si può manifestare anche a distanza di anni se è stata fatta questa eccessiva riduzione alare. E il problema diventa sia estetico che funzionale. 

Si tratta della RETRAZIONE ALARE: l’ala nasale risulta sollevata e c'è, di conseguenza, un'eccessiva visibilità della columella e della narice in genere.

Questo è proprio il problema che può manifestarsi anche dopo anni dalla rinoplastica e che non è sempre semplice da risolvere quando il paziente si accorge di questo inestetismo e vorrebbe un miglior bilanciamento fra ala nasale e narice e ala nasale e columella.

Ma vediamo perché si è creata questa complicanza.

Perché è stata asportata e ridotta troppa cartilagine dell’ala nasale, della crus laterale. Si dice che già quattro millimetri di asportazione siano sufficienti per creare questa complicanza. L'esito è comunque soggettivo, varia molto secondo le capacità e il tipo di cicatrizzazione di ciascun paziente, e lo spessore cutaneo e lo spessore delle cartilagini stesse.

Per prevenire questa complicanza è fondamentale, nel momento della visita in cui si asseconda una riduzione del volume, porre dei limiti che devono essere quelli dell’estetica successiva e soprattutto della funzione.

Se la cartilagine è stata ridotta eccessivamente, quando respiriamo la narice "collassa" verso l'interno e quindi si limita la funzione.

Sistemare una cosa del genere richiede una rinoplastica secondaria, richiede degli innesti che sono o cartilaginei o addirittura compositi, cioè cute e cartilagine insieme, quando la retrazione è ben più accentuata.

Ecco perché durante la visita è necessario porre dei limiti e, dal punto di vista del paziente, ascoltare questi moniti. Spesso i pazienti vengono in studio con delle foto prese da altre persone e vorrebbero imitarne la forma e raggiungerne lo stesso obiettivo di estetica nasale.

Ognuno ha una storia a sé e ognuno ha una capacità di sviluppare una complicanza alare a sé che va tenuta ben in conto. Quindi counseling e tipo di intervento disegnati sul singolo paziente e non standardizzati.

Possibili complicanze della rinoplastica: la retrazione alare

Una riduzione eccessiva della punta può portare a complicanze post operatorie

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Parliamo di una delle frequenti complicanze della rinoplastica, evitabile seguendo i consigli del chirurgo.

A monte della complicanza (prima di dire di che cosa si tratti) c’è spesso una richiesta, che purtroppo viene assecondata, di avere una punta piccola.

La maggior parte delle rinoplastiche, quasi la totalità, vengono fatte per ridurre le dimensioni del naso. Moltissimi utenti, soprattutto donne, chiedono una riduzione eccessiva della punta che avviene attraverso la riduzione delle cartilagini alari.

La problematica si può manifestare anche a distanza di anni se è stata fatta questa eccessiva riduzione alare. E il problema diventa sia estetico che funzionale. 

Si tratta della RETRAZIONE ALARE: l’ala nasale risulta sollevata e c'è, di conseguenza, un'eccessiva visibilità della columella e della narice in genere.

Questo è proprio il problema che può manifestarsi anche dopo anni dalla rinoplastica e che non è sempre semplice da risolvere quando il paziente si accorge di questo inestetismo e vorrebbe un miglior bilanciamento fra ala nasale e narice e ala nasale e columella.

Ma vediamo perché si è creata questa complicanza.

Perché è stata asportata e ridotta troppa cartilagine dell’ala nasale, della crus laterale. Si dice che già quattro millimetri di asportazione siano sufficienti per creare questa complicanza. L'esito è comunque soggettivo, varia molto secondo le capacità e il tipo di cicatrizzazione di ciascun paziente, e lo spessore cutaneo e lo spessore delle cartilagini stesse.

Per prevenire questa complicanza è fondamentale, nel momento della visita in cui si asseconda una riduzione del volume, porre dei limiti che devono essere quelli dell’estetica successiva e soprattutto della funzione.

Se la cartilagine è stata ridotta eccessivamente, quando respiriamo la narice "collassa" verso l'interno e quindi si limita la funzione.

Sistemare una cosa del genere richiede una rinoplastica secondaria, richiede degli innesti che sono o cartilaginei o addirittura compositi, cioè cute e cartilagine insieme, quando la retrazione è ben più accentuata.

Ecco perché durante la visita è necessario porre dei limiti e, dal punto di vista del paziente, ascoltare questi moniti. Spesso i pazienti vengono in studio con delle foto prese da altre persone e vorrebbero imitarne la forma e raggiungerne lo stesso obiettivo di estetica nasale.

Ognuno ha una storia a sé e ognuno ha una capacità di sviluppare una complicanza alare a sé che va tenuta ben in conto. Quindi counseling e tipo di intervento disegnati sul singolo paziente e non standardizzati.
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