Deformità a V invertita
Una delle possibili complicanze di una rinoplastica un po' troppo aggressiva sulla struttura cartilaginea della piramide nasale
Una delle possibili complicanze di una rinoplastica un po' troppo aggressiva sulla struttura cartilaginea della piramide nasale. è la cosiddetta "deformità a V invertita".
La deformità a V-invertita è una deformità che si verifica nel terzo medio della piramide nasale, vista frontalmente, tra la fine delle ossa nasali, cioè la parte caudale, la parte marginale delle ossa nasali e la parte più alta, più encefalica delle cartilagini triangolari.
Si tratta di una complicanza che si verifica dopo l’asportazione del gibbo nel caso in cui non venga perfettamente ricostruito il terzo medio della piramide nasale stessa.
In questo caso le cartilagini triangolari che formano le due pareti del naso nella parte media, tendono a collassare (cioè a cadere centralmente) verso il setto nasale e si viene quindi a creare una immagine lievemente depressa, concava, che il paziente può, oltre a vedere, anche percepire toccando il naso.
Questa complicanza ha una implicazione sia estetica che funzionale.
La cartilagine triangolare, nella sua parte più bassa, più caudale, è una delle delimitanti della valvola nasale interna.
Cosa succede quando in rinoplastica si verifica la deformità a V invertità?
Quando a seguito di un intervento di chirurgia al naso ci troviamo in presenza di una deformità a V inverita, la cartilagine triangolare indebolita viene risucchiata nell’atto respiratorio e lo limita. Il paziente si lamenta di una complicanza di tipo respiratorio dopo una rinoplastica fatta solo per motivi di tipo estetico.
Nel numero di giugno 2018 della rivista Facial Plastic Surgery un articolo dei due famosi autori Leo Wang e Oren Friedman parla appunto di questa complicanza quale fra le più frequenti, in termini respiratori sull’intervento eseguito per motivi estetici.
Come porre rimedio alla deformità a V invertita?
Attraverso una rinoplastica che preveda l’utilizzo di innesti che vadano a ricostruire questo terzo medio, in particolare la giunzione fra il setto nasale stesso e la cartilagine triangolare. Sono degli innesti che si chiamano spreader graft, cioè innesti di allargamento, che vanno ad allargare la piramide nasale media ricreando continuità fra l’osso nasale e la cartilagine triangolare e ripristinando le linee estetiche che vanno dal sopracciglio fino alla punta del naso, ciascuna per parte.
Chiaramente la struttura della cartilagine triangolare viene rinforzata e così viene rinforzata anche la valvola nasale interna, che in questo modo non ha più questo collasso inspiratorio.
A volte si utilizzano anche altre tecniche. Oltre agli spreader graft si usano anche delle strutture di sospensione il cui scopo è di ripristinare una continuità estetica e soprattutto un irrigidimento della struttura delle cartilagini triangolari per generare un miglior funzionamento della valvola nasale.
Ognuno ha una storia a sé e ognuno ha una capacità di sviluppare complicanze a sé che vanno tenute ben in conto. Quindi sono necessari counseling e tipo di intervento disegnati sul singolo paziente e non standardizzati.